opere
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2 giugno 2004 - Campo Fossoli

2004 - Campo Fossoli, Carpi (Modena)

Materiali: tessuto
(n. 15.000 pezze, mis. cad. 43 x 35 cm)
Essenze profumate: incenso/mirra
Suono: CD-Rom con registrazione
ideata per l’evento.

Dimensioni: m 140 x 10.

Campo Fossoli colpisce nell’intimo Maria Dompè, per la sua storia duramente segnata dal dolore. Nel 1944, questo era un centro di smistamento per la deportazione nei lager di sterminio; dopo la guerra, fu occupato dall’Opera Piccoli Apostoli, fondata da Don Saltini, per realizzare una “Città della Fratellanza”. La comunità vi rimase dal 1947 al 1952, creando la città di Nomadelfia, trasferitasi a Grosseto, dov’è attiva tuttora.

La metamorfosi naturalistica e la fioritura primaverile, segno tangibile di rinascita, hanno ispirato l’artista per il suo lavoro: una composizione di stoffe colorate poste a terra in una sintesi armoniosa. L’immagine si richiama al valore della solidarietà, unico antidoto alla violenza. Così, dove un tempo regnavano la paura e l’alienazione, irrompe una pioggia di teli variopinti, portando all’interno del campo la quotidianità della tradizione manifatturiera carpigiana. La tessitura è riscoperta per la sua funzione aggregante, come stimolo alla cooperazione e alla prassi collettiva. Le pezze sono accostate per suggerire l’idea della fratellanza: prossimo è, infatti, chi ci sta accanto, in un fecondo scambio di energia.

Avvicinarsi è riscaldarsi, condividendo le rispettive risorse; è associarsi, senza violare i confini dell’altro. Pertanto, l’installazione si compone di frammenti, singolarmente irrilevanti, ma indispensabili per la coesione dell’insieme. Ancora una volta, Maria Dompè pone in risalto l’essenza sociale dell’uomo, integrato nell’habitat terrestre e sincronizzato sui suoi ritmi. Gli elementi acustici ed olfattivi favoriscono il coinvolgimento diretto del fruitore, investito di una nuova consapevolezza. Qualunque forzatura dell’ordine naturale provoca, infatti, conseguenze devastanti, come la sciagura del nazismo: Campo Fossoli ci aiuta a non dimenticarlo!

Maria Egizia Fiaschetti