2001 Neue Synagoge, Centrum Judaicum, Oranienburgerstrasse, Berlino
Materiali: tessuto, rose
Dimensioni: m 17 x 3,60 x h 2,50
Il 27 Gennaio del 1945 le truppe dell’esercito inglese arrivano ad Auschwitz e liberano i sopravvissuti alla follia sterminatrice nazista: il 27 Gennaio di ogni anno si celebra in Europa il “giorno della memoria”, per non dimenticare mai l’orrore della persecuzione e dei campi di concentramento; da quest’anno, il giorno della memoria è entrato anche nel calendario italiano.
La Neue Synagoge di Berlino — incendiata dai nazisti, danneggiata dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale e in seguito restaurata — è uno dei luoghi simbolo della persecuzione degli ebrei berlinesi; era la sinagoga più grande, e la più fastosa nell’architettura e negli ornamenti, ma anche un luogo di culto trasformato in spazio di accoglienza e di riunione per i perseguitati.
Nello spazio esterno della Neue Synagoge, fra la cancellata che dà sulla strada e il portone d’ingresso, Maria Dompè ha realizzato un intervento lieve e intenso: sulla cancellata i tessuti bianchi intrecciati si snodano come una grande tessitura, che assume un andamento più ordinato e disteso sul pavimento del breve sagrato; l’intreccio dei tessuti si interrompe davanti al cancello d’ingresso per lasciare spazio ad un diverso e più leggero ordito di rose bianche. “Ogni tessuto, un simbolo, una vita, un passato che torna nel presente” ha scritto l’artista; i fiori, con la loro effimera delicatezza, portano con sè il senso di un’offerta e rimandano all’eterno ciclo delle vite umane; i tessuti, “asciugamani bianchi” nelle parole di Maria Dompè, raccolgono idealmente sudore e lacrime, ma conservano anche un’aura di sacralità; il bianco delle rose e delle stoffe trasmette un senso di purezza, di spiritualità, di rispetto silenzioso e profondo per la tragedia immensa che il 27 Gennaio vuole ricordare.
Laura Iamurri