1999 Istituto Giapponese di Cultura, Roma
Materiali: travertino, tessuto, terra rossa, rose essiccate, corda, essenza profumata di menta piperita
Dimensioni: m 25 x 11 x h 2,5
(Salone espositivo)
m 37 x 1,6
(Giardino)
Nakiri è un villaggio costiero giapponese non lontano dalla baia di Kashikojima dove il lavoro delle donne è tradizionalmente legato all’essiccazione di pesci e vegetali marini, fonte d’ispirazione per l’intenso intervento di Maria Dompè negli spazi dell’Istituto Giapponese di Cultura di Roma.
Nel laghetto del giardino la scultrice ha disteso lunghe strisce di tessuto rosso scuro che salgono sulle rive, dove sono trattenute da falde di travertino e creano un forte contrasto cromatico con il verde dell’acqua e della vegetazione. All’interno, una sorta di “terrazza” di travertino grezzo, rende parzialmente praticabile l’installazione, che appare come un’ampia distesa di terra rossa, animata a intervalli regolari da rettangoli di tessuto dalla trama più sottile ma dello stesso colore della stoffa utilizzata nel giardino, che qui assume tonalità più crude nell’accostamento con la terra, creando una dissonanza cromatica affascinante; al centro, il lungo muro bianco che attraversa lo spazio espositivo è ritmato da due file di piccole rose essiccate, mentre l’essenza di menta piperita sembra aprire l’ambiente ai profumi e alle suggestioni del giardino.
L’incontro di Maria Dompè con le donne di Nakiri, avvenuto nel corso del soggiorno giapponese del 1991 (cfr. n. 9), torna nell’intervento spaziale come un’emozione ritrovata intatta nella memoria, un’emozione che si dipana tra l’atmosfera calma e sospesa dell’interno e la mutevolezza dell’esterno lasciato al gioco incessante degli agenti atmosferici e della vegetazione.
Laura Iamurri