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1993 Galleria L’Isola, Roma

Materiali: travertino, orchidee,
essenza di caprifoglio

Dimensioni: m 2,5 x 2,7 x h 1,7

Le atrocità della guerra nella ex-Jugoslavia, gli eccidi, gli stupri di massa, hanno ispirato a Maria Dompè questo intervento denso di contenuti civili. Il visitatore è accolto da un profumo di fiori che lo conduce di fronte ad una parete di travertino, ingentilita dalle griglie di pietra dal motivo islamico (musharabie) ma pur sempre parete, muro, monito a non procedere oltre: dietro la parete c’è infatti il segno di una barbarie consumata, un rettangolo formato anch’esso da lastre di travertino sovrapposte che ricorda, nella forma e nelle dimensioni, un letto le cui assi centrali sono spezzate e piegate verso il basso; al centro del giaciglio alcune orchidee bianche lasciano aperta la speranza di una rinascita spirituale, difficile quanto necessaria di fronte agli orrori della guerra, e, con l’essenza di caprifoglio diffusa nell’ambiente, evocano una fragilità e una delicatezza infrante dalla violenza eppure ancora presenti e vive.
Laura Iamurri

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