1991 Nido dell’Aquila,
mostra: Arte in scena, Todi
Materiali: marmo bianco di Carrara, corda, oro zecchino
Dimensioni: m 2 x 3,4 x h 2,35
Iscrizioni: LOCUS TENTUS (posto occupato)
Nell’ambito delle iniziative collegate al Festival di Todi, Dompè ha realizzato la sua Summa Cavea con un gioco sottile che coinvolge il pubblico degli spettacoli teatrali: all’ingresso dell’area festivaliera, nel suggestivo chiostro del Nido dell’Aquila, sono impilati dieci sedili in marmo bianco, bloccati da una corda che li lega alle colonne del chiostro, delimitando il piccolo slargo e indicando uno spazio già occupato, non accessibile. L’undicesimo sedile è a terra, separato dagli altri e ad essi non vincolato, ma reca ugualmente incisa in eleganti caratteri capitali impreziositi dall’oro zecchino, l’iscrizione LOCUS TENTUS, che indica proprio il posto già da altri occupato. È un pubblico popolare quello evocato da Dompè, lo stesso che negli antichi teatri romani guardava gli spettacoli dalla summa cavea, dall’ultima fila in alto; proprio a questa sorta di antico loggione sembra alludere la collocazione dell’opera, che attira e coinvolge al suo interno il paesaggio umbro, protagonista muto della relazione spaziale.
Laura Iamurri