2017 Certosa di San Lorenzo, Padula (Campania)
Intervento ambientale permanente
Materiali: Intervento effimero: reperti lapidei, lastre di cor-ten, terra, spighe di grano, fiori di Limonium, suono, essenze profumate
Intervento permanente: reperti lapidei, lastre di cor-ten, terra, muschio (Bryophyte), Cyclamen, suono, essenze profumate
Dimensioni: m 39 x 5 x h 3,5
m 21 x 5 x h 1,5
Maria Dompé per motivi funzionali alla manifestazione “Il Cammino delle Certose”, ha presentato una doppia suggestione visiva: una effimera con un’ambientazione bucolica con spighe di grano e fiori recisi di Limonium (ispirata all’antico utilizzo dell’area come “corte dei granai”) ed una permanente con la messa a dimora di muschio (Bryophyte) punteggiato dal cromatismo intenso dei fiori di ciclamino (Cyclamen), trasformando in maniera definitiva l’istallazione in un vero giardino d’artista. Un’interessante, quanto inedita, proposta artistica con una doppia valenza, ovvero una scenografia mutante, con la natura a dominare il palcoscenico in meditata affinità con il luogo e l’energia ascetica pervadente.
I “giardini scultorei” della Dompè sono coinvolgenti percorsi in un unico territorio espressivo, intimistico e spirituale. Abitano il luogo in seducente sintonia con lo spazio circostante, ne amplificano la storicità e coinvolgono il visitatore in un abbraccio emotivo, sensoriale. L’artista, con acuta sensibilità, percepisce la sedimentazione storica dell’area, tracciando i contorni di un ininterrotto dialogo tra presente e passato.
L’odierna visione di questo fecondo percorso è all’interno del magnifico complesso monastico della Certosa di San Lorenzo (già patrimonio UNESCO) in prossimità del paese di Padula (Campania). “Un contesto maestoso intriso di spiritualità ove la matrice ascetica trascende ogni singolo manufatto, trasformandosi in poesia dell’anima”, queste sono le esaltanti parole dell’artista.
L’artista sceglie il sito, scopre l’angolo recondito, nascosto al visitatore (un’area desueta e inattiva), lo plasma, rivitalizzandolo. Ricerca e valorizza elementi lapidei autoctoni e con sensibilità creativa realizza forse il primo giardino di muschio pubblico in Italia: un messaggio artistico solidale con la Natura. ALTUM SILENTIUM è il titolo dell’opera a verde, disegnata con linee semplici creando una ieratica rappresentazione che coglie l’essenza dell’atmosfera cenobitica, di comunanza religiosa.
L’affinità storica è accentuata dall’utilizzo, all’interno dell’istallazione, di antiche vestigia. Tredici capitelli di pregevole manifattura e un frammento importante di colonna, sono allocati all’apice di ogni singolo cerchio costituente il disegno complessivo. La collocazione è volutamente invertita rispetto all’utilizzo architettonico classico, l’intento è esaltare il collegamento terra-cielo ovvero una metafora di elevazione spirituale. Anche la disposizione centrale dell’unica colonna confonde, capovolgendo l’usuale paradigma architettonico, adattata anch’essa simbolicamente alla ricerca speculativa di una verticalità ascetica. Dalla piattaforma terrena, l’uomo con l’aiuto della natura, intesa come fondamento del disegno divino, si eleva in una trascendenza spirituale verso il cielo.
L’opera propone un movimento circolare ripetuto più volte, tracciato da lastre metalliche curve e incise, con una motivazione emblematica. Rievocazione di una simbologia antica dove il cerchio ha molti significati e valori: dal collegamento con il divino, al compimento del ciclo di consapevolezza. Nell’iconografia classica è spesso associato al cielo, alla dimensione celeste, rappresenta il disegno cosmico per eccellenza. In senso lato è comunque una rappresentazione del mondo spirituale che deve offrire senso e ordine alla vita.
Il giardino d’artista: ALTUM SILETIUM è dedicato ai monaci certosini e al voto del silenzio assoluto che l’ordine monastico praticava come processo di purificazione verso la pienezza mistica. Le parole incise nelle lastre di metallo circolari, evocano il suono mantrico dell’acqua, udibile anticamente all’interno della Certosa per le centinaia di fontane allora esistenti e ora riproposto dall’artista con una sonorità musicale dalla cadenza mirata, ascoltabile durante la visita del luogo. Il percorso sensoriale è accompagnato dall’effondersi di essenze aromatiche. La citazione incisa: “il suono dell’acqua dice quel che penso – the sound of water says what I think …” è tratta dai scritti di Chuang-tzu.
Pierre