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2015-2016 Comune di Massa Marittima
Intervento ambientale permanente

Materiali: pietra, modellazione del terreno, prato, lastre di cor-ten, nuove piantumazioni, suono, essenze profumate

Dimensioni: m 33 x 28

Menzione speciale nella XVII edizione del Premio “La Città per il Verde”(sezione verde urbano). Un nuovo “giardino d’artista” realizzato nel Comune di Massa Marittima per valorizzare un’area afferente l’antica cinta muraria del prezioso borgo medievale. Con decumana arcaica sapienza, l’artista s’impossessa del luogo e, nel rispetto dell’archeologia del sito, disegna una “opera a verde” così come ama definire il suo giardino scultoreo, di esuberante impatto ambientale  ed energica valenza artistica.  Con uno studio proporzionato di dislivelli e movimenti terra, con una ricerca di moderate ondulazioni e un riutilizzo ponderato di pietra locale, Maria Dompè sviluppa una narrazione paesaggistica coinvolgente. 
Aggiunge mistici effetti sensoriali: dall’impatto estetico a quello sonoro, dall’effluvio mirato di piantumazioni mediterranee, al preziosismo cromatico delle infiorescenze stagionali, sino all’ascolto di musica distensiva e ricca di pathos. L’artista ha percepito il linguaggio del luogo, la stratificazione del tempo, l’avvicendarsi della storia, l’odierna esigenza sociale, urbana e con convincente sensibilità ha tradotto il tutto in immagine, con un lessico equilibrato di forza nella semplicità.
“SOL OMNIBUS LUCET”: il “sole splende per tutti”. Un motto antico che nell’arco dell’intera storia umana ha assunto diversi significati. Rapportandosi all’attualità quotidiana, potrebbe assumere una valenza rilevante, come invito alla tolleranza, all’accoglienza, verso lo “straniero”.  Ideali di eguaglianza, di libertà, la cui difesa è stata per molti un impegno morale imperativo, sino all’estremo sacrificio. L’Opera a verde è, infatti, dedicata a Norma Parenti (medaglia d’oro al valore militare), la giovane partigiana, simbolo di un’intera comunità, fucilata dalle truppe tedesche nel 1944. La spirale è un disegno molto frequente in natura, richiama a una circolazione di forza evolutiva.  Una sorta di cerchio energetico spiroidale, si sviluppa con traiettorie centripete determinate da percorsi alternati sia da dossi di terreno, a verde erboso, sia da sentieri pavimentati con la pietra originale del luogo. I movimenti della terra, unitamente a quelli in pietra, creano una ondulazione ritmica (simbolo di propagazione energetica).
I rilievi modulari del terreno sono contenuti da lastre realizzate in metallo di cor-ten (materiale in cui l’usura, costituita dalla ruggine, acquista specificità e caratteristica estetica) incise con motti latini, rafforzando il concetto delle radici antiche su cui si fonda la conoscenza umana.
Il centro dell’opera, fulcro del moto spiroidale, è segnato da una forma scultorea geometrica, un archetipo dal valore simbolico: il pozzo a cui l’umanità ha sempre attinto per ottenere l’elemento vitale. Rappresenta una metafora a ricercare nella storia e nelle proprie radici, i valori fondanti una comunità. Non a caso l’opera a verde sorge su un sito archeologico e il movimento circolare della spirale, insieme all’elemento centrale, s’incunea idealmente nelle radici, nelle pietre, entrando nelle viscere della terra come a trarne la forza dalla storia vissuta e stratificata.
Il pozzo esagonale, suddiviso in porzioni di pietra antica, è orientato secondo una direttrice geografica est-ovest, a rammentare il ciclo della vita, simbolicamente connesso all’evoluzione solare quotidiana: levante e ponente (da cui il titolo: “sol omnibus lucet”).
E’ l’allegoria del tempo o meglio del legame temporale dell’uomo con la natura. Alcuni studenti delle scuole primarie e secondarie di Massa Marittima, la futura cittadinanza massetana, sono stati attivi promotori dell’opera con visite guidate ed istruttive durante le fasi di allestimento, ma sopratutto con l’atto finale: l’iscrizione di alcuni pensieri-desideri in tavolette immarcescibili, chiusi in un contenitore metallico, interrato all’interno della scultura centrale, come una sorta di “pozzo dei desideri” delegato ad accogliere e conservare per alcuni anni queste aspirazioni infantili, custodendole sino al giorno futuro in cui saranno condivisi con l’intera comunità.
Pierre

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