2013/2014 Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Roma
Materiali: pietra (travertino), modellazione del terreno, prato, ghiaia (granello di Tivoli), nuove piantumazioni, suono, essenze profumate
Dimensioni: m 32 x 24
Il primo “Giardino dell’Anima”, opera a verde permanente di Maria Dompè, trova consacrazione romana nei giardini esterni della GNAM (Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma).
Ogni “incontro” con la Dompè crea una suggestione sensoriale. Domina lo spazio in perfetta simbiosi, ne circuisce l’essenza, ne esalta i confini ampliandoli metafisicamente. Da una “semplice visione” artistica, puntualmente lancia un messaggio rilevante. Nel “Giardino dell’Anima” la tematica si amplifica, forte della valenza di una fondamentale riflessione: l’uomo impassibile alla legge naturale che è dentro di lui, in piena esaltazione egoistica, mina l’esistenza di un futuro per l’intero pianeta.
L’artista cuce un “assenblage” di felici intuizioni: pietra scultorea, specchio acqueo, modellazione del terreno, manto erboso e piantumazioni dal cromatismo mirato. Un’architettura del paesaggio concepita con minimalismo formale, sviluppando un’intesa profonda tra il messaggio e la sua rappresentazione: l’imprescindibile necessità di riaffermare una recuperata armonia tra l’uomo e la natura.
L’artista teorizza sulla viridità dell’opera evocando stilemi storici con Santa Hildegard von Bingen, emblematica icona medievale al femminile. Badessa, mistica, teologa, compositrice, naturopata, profetizzava una felice sintesi tra l’energia vitale della natura riconoscibile in tutti i livelli fisici e spirituali del creato. Ma l’equilibrio delle forze vitali come speranza, non si limita ad assunto teorico, Maria Dompè lo manifesta con sensibile cultura dell’immagine, con coinvolgente unicità e partecipazione sensoriale. La musica scelta dall’artista per infondere suggestione introspettiva, asseconda la scenografia e l’intera fruizione dell’opera. E’ un “mixage” di un brano composto da Hildegard von Bingen associato a musica della natura, ove il misticismo interiore pulsa con veemente intensità. L’effluvio aromatico amplifica il “pathos” spirituale.
Ecco il presagio in una speranza: la ricerca individuale di un equilibrio interiore che emani la forza generatrice di un’armonia collettiva. Un’onda energetica centrifuga che dalla consapevolezza individuale si irradi in maniera esponenziale, complice una visione in completa sintonia naturale. Maria Dompè getta il “sasso” nello stagno della vita, in attesa di una propagazione circolare a 360°.
Pierre