2011 54° Esposizione d’Arte della Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Venezia
Direttore V. Sgarbi
(Segnalata da L. Trucchi)
Materiali: metacrilato, vetro, rose, tessuto
Dimensioni: m 6,4 x 7,9 x h 2,2
In una edizione discussa e discutibile della Biennale d’Arte di Venezia, una rappresentazione caotica e conseguentemente estranea alla fruizione dei contenuti, la Dompè irretisce e annichilisce il visitatore con la semplice purezza di un’immagine. Immagine visionaria e poetica di un Giappone in netto contrasto con le recenti cronache di tragedia e sconfitta tecnologica.
“Ho trascorso un lungo periodo in Giappone, grazie inizialmente ad una borsa di studio della Japan Foundation, realizzando mostre , una personale a Tokyo ed un’opera permanente in un parco ambientale.
Ho scoperto l’intima e vera essenza di questo magico paese. La spiritualità ancestrale del suo popolo è imparagonabile alla crudezza delle immagini relative alla centrale nucleare di Fukushima. Dedico questa opera ai tecnici che con abnegazione totale, lavorano per fermare la fuoriuscita del veleno, consapevoli dell’ineluttabile contaminazione nucleare: eroi anonimi”.
L’artista coglie l’essenza iconografica del fiore: rose rosse fresche “trattate” per durare nel tempo, la vivezza di riflessi di luce preziosa, sapientemente ricreati con il plexiglass, evocando la natura come matrice culturale di una tradizione millenaria.
Discepolo di una religione della poesia delle immagini la Dompè rifiuta la durezza realistica e l’empietà dell’arte dominante, rifugiandosi in un onirico messaggio emozionale: esprimere i moti dell’animo attraverso la forza e la leggerezza, sagacemente miscelati, di una visione, suscitando libero sfogo all’emozioni.
Pierre