2007 Archivio Crispolti, “Vetrina Ripetta 131”, Roma
Materiali: tessuto, rose, essenza profumata
Dimensioni: vetrina m 2 x 2 x h 0,5
Icona di democrazia e lotta pacifica. Da dodici anni ostaggio dei militari birmani, Aung San Suu Kyi resiste come un fiore al gelo invernale: schiacciata dalla violenza, si risolleva con la forza delle idee. Impalpabile, la sostiene una volontà granitica. Radiosa sessantaduenne, che dall’isolamento trae lo stimolo per continuare la sua battaglia.
Con il linguaggio dei fiori, pacato ma intenso come la sua personalità, Maria Dompè le dedica un ritratto realizzato per la “Vetrina Ripetta 131”. Otto candide rose, avvolte in tessuti colorati, visibili dalla strada. Un segnale sobrio, che fa riflettere sulla sua condizione: splendida prigioniera, come gli steli nascosti dal bendaggio variopinto. Ma ecco che l’artista interviene a liberarli, sostituendoli ogni giorno con cura. Freschezza intatta, capace di sfidare il tempo e l’indifferenza.
Con la ritualità tipica dei suoi lavori, Maria Dompè invita a un’arte partecipata, non solo sul piano visivo. Cerca l’empatia e la trova nella semplicità disarmante della natura. Piccoli segni, che bucano lo sguardo. Irresistibile la suggestione creata dal velo d’organza che completa il piccolo spazio della vetrina. E’ una nuvola, leggera come l’anima di Aung San Suu Kyi: la stessa che le permette di liberare lo spirito dall’oppressione.
Gli otto fiori, non a caso, rappresentano “l’Ottuplice sentiero un passo alla volta” del Buddha: una palestra rigorosa che, dalla saggezza, conduce alla meditazione. Cammino verso la libertà, di esempio per tutti: per costruire la pace, infatti, il primo passo è cercarla dentro di sé. Nella poesia e nella musica, l’eroina birmana ha trovato la chiave giusta.
Per analogia, Maria Dompé crea un angolo dove riconciliarsi con le sensazioni più pure, ispirati dal candore delle rose e dalla fragranza del loro profumo.
Maria Egizia Fiaschetti